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Mario Soldati: “I racconti del Maresciallo” (6)

Si conclude il racconto del Maresciallo Gigi Arnaudi. E’ l’uomo, oltre che il poliziotto, a prendere la decisione.

Adagio, cavò il proprio portafogli, e sfilò la fotografia. Le mani, pallide e magre, gli tremavano leggermente. All’anulare, brillava l’oro della fede.

Era una donna giovane, bruna, bella, formosa: in prendisole, sorridente, e sdraiata su un muretto di pietra, contro uno sfondo di mare, di cielo, e di un paesaggio selvaggio e roccioso: Capri? Ischia? La dedica dicevaA Carlo. Per essere sempre con te, come tu sei nel mio cuore. G. Agosto 1949.

«Adesso distruggiamola» dissi.

«Era anche la mia idea» rispose Gigi.

Sul portacenere, con due fiammiferi, la bruciammo. Dopo un lungo silenzio, dissi: «Ma la sensazione improvvisa e decisiva, che ti aveva dato l’idea di cercare per terra?»

«Ebbene… Stavo rifacendo il suo stesso cammino, dalla macchina verso gli alberi. Mi ero messo al suo posto: ferito gravemente, e col terrore di morire, o almeno di perdere conoscenza, da un momento all’altro. Ebbene… Ho pensato ai casi miei. Intendiamoci: io non ho mai avuto su di me documenti che mi possano fare del torto, o che possano addolorare mia moglie e i miei figli, in un caso simile. Ma ricordi nel cuore, sì

Si levò gli occhiali e, col fazzoletto, cominciò a pulirli lentamente. I suoi occhi celesti e severi apparvero smarriti: come quelli di tutti i miopi quando si tolgono gli occhiali. C’era, però, in quello smarrimento, una momentanea, segreta dolcezza. Mormorò:

«Sono maresciallo dei Carabinieri. Ma sono un uomo anche io

Tratto da I racconti del maresciallo, di Mario Soldati (Sellerio, 2004)

Leggi anche:

Mario Soldati e l’amicizia ne “I racconti del Maresciallo” (1967)

Mario Soldati: “I racconti del Maresciallo” (2)

Mario Soldati: “I racconti del Maresciallo” (3)

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6 risposte a "Mario Soldati: “I racconti del Maresciallo” (6)"

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  1. “Intendiamoci: io non ho mai avuto su di me documenti che mi possano fare del torto, o che possano addolorare mia moglie e i miei figli, in un caso simile. Ma ricordi nel cuore, sì.” Gigi Arnaudi comprende il dilemma dell’uomo il cui portafogli ha ritrovato, e sceglie di tacere. Bello questo ritratto intimo del poliziotto, capace di immedesimarsi nei sentimenti altrui e di proteggerli.

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