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Ma l’Occidente deve proprio crescere? La Ceiling Theory secondo Paola Mastrocola

Nel romanzo Non so niente di te, Paola Mastrocola (Torino 1956) ipotizza un innovativo modello economico: non più crescita a dismisura ma un Déjeuner sur l'erbe planetario. Un invito a ripensare i nostri bisogni condividendo soluzioni e vantaggi. Nel romanzo Non so niente di te, Paola Mastrocola (Torino 1956) narra la vicenda di Filippo Cantirami,... Continue Reading →

“La famiglia Manzoni”, di Natalia Ginzburg

Nel vasto romanzo epistolare La famiglia Manzoni, Natalia Ginzburg raccoglie alcune lettere del grande scrittore milanese, offrendo un ritratto profondo di Manzoni e dei suoi famigliari ed amici. Noi si vive qui senza disegno fisso, aspettando ogni giorno, che l'indomani ne porti uno bell'e fatto. -Lettera di Alessandro Manzoni alla figlia Vittoria, 1850. Scrittrice della... Continue Reading →

Passioni di famiglia secondo Cristina Comencini

Nel romanzo Passione di famiglia, Cristina Comencini (Roma 1956) osserva tre generazioni di donne attraverso un'unica storia: quella di Francesca, principessa napoletana caduta in disgrazia, e del suo amore con Francesco, mascalzone e marchese. Nel romanzo Passione di famiglia, Cristina Comencini (Roma 1956) osserva tre generazioni di donne attraverso un'unica storia: quella di Francesca, principessa... Continue Reading →

“Il pugno chiuso”, di Arrigo Boito (conclusione)

Mente e corpo, malattia e sintomo, peccato e condanna. Nel suo straordinario racconto, Boito intreccia scienza e leggenda a dimostrare quanto le nostre convinzioni, ossessioni e superstizioni agiscano sul funzionamento dell'organismo fino a forgiare il nostro destino. *** Paw mi appariva come una vittima di quel fenomeno fisico che i cristianidell’evo medio chiamavano sugillationes, e... Continue Reading →

“Il pugno chiuso”, di Arrigo Boito (7)

*** Quando Levy rinvenne era solo; guardò la porta spalancata, poi la finestra spalancata, poi lo scrigno spalancato e vuoto! Volle uccidersi, ma come? il suo pugno non poteva afferrare coltello né pistola e temeva i colpi fiacchi ed incerti della mano sinistra. Poscia il timore della morte lo colse. Il ricco avaro era diventato... Continue Reading →

“Il pugno chiuso” di Arrigo Boito (4)

Paw prosegue il suo racconto al narratore, il quale non manca di osservarne l'aspetto "fantastico": proprio della Scapigliatura è infatti il gusto per l'orrido, lo spaventoso e lo straordinario, esemplificati qui anche da versi di Dante. *** Quando vide Simeòn così trafelato esclamò: «Da quale tregenda di streghe sei tu scappato buon Simeone? Se non... Continue Reading →

“Il pugno chiuso” di Arrigo Boito (3)

Paw narra il sogno dell'usuraio Simeòn Levy: come altrove nella letteratura degli Scapigliati, anche nel racconto di Boito si manifesta l'inconscio, luogo di ansie, desideri, premonizioni. *** La notte che compì il mezzo secolo, salì nel solaio dove abitava, aperse lo scrigno e si mise a far conti. Contò pila per pila i ducati d’oro... Continue Reading →

“Il pugno chiuso” di Arrigo Boito (2)

Continua la narrazione, i sintomi visibili della malattia vengono associati a cause di ordine psicologico. Continua la narrazione di Boito nella quale i sintomi visibili della malattia vengono associati a cause di ordine psicologico. Come in altre opere della Scapigliatura milanese (si pensi a Fosca di Iginio Urgo Tarchetti), l'elemento irrazionale condiziona, deformandola, la "normalità"... Continue Reading →

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