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Riscoprire un padre, celebrare un amico: “Le otto montagne”, di Paolo Cognetti

Nel romanzo Le otto montagne, Paolo Cognetti parla dell’amicizia e dei rapporti familiari, con un accento particolare sulla figura del padre e la montagna come scelta di vita.

Mio padre invece era sempre stato un solitario. Faceva il chimico in una fabbrica di diecimila operai, perennemente agitata da scioperi e licenziamenti, e qualunque cosa succedesse là dentro la sera ne tornava carico di rabbia.

Nel romanzo Le otto montagne, Paolo Cognetti intreccia la narrazione tra i ricordi d’infanzia del protagonista, Pietro, e la sua vita di adulto alle prese con significative scelte esistenziali. Le figure della madre e del padre accompagnano gli anni in cui Pietro scopre la montagna: i giorni di luglio solo con la madre a Grana, paesetto montano nell’astigiano e le giornate agostane trascorse in lunghe ascese con il padre, con cui il rapporto non è mai facile. Nel frattempo, nasce e cresce l’amicizia con Bruno, un bambino del paese.

Indisciplinato per natura, si adeguava alle regole e ai riti della nostra famiglia. E mentre con me si comportava già da adulto, con i miei genitori regrediva felicemente alla sua vera età: da mia madre si lasciava nutrire, vestire, accarezzare, per mio padre provava un rispetto vicino all’ammirazione.

Quando Pietro, ormai adulto, si allontana dalla famiglia deciso a farsi strada a Torino, cessano le sue visite al mondo incontaminato di Grana. Vi ritornerà alla morte del padre, di cui troverà numerose tracce lungo i sentieri, i rifugi e i ghiacciai dove Giovanni Guasti ha lasciato un segno scritto del suo passaggio come usa tra gente di montagna.

Sfogliai il quaderno a ritroso con un po’ d’insofferenza verso l’umanità, e non sapevo quel che stavo cercando finché non lo trovai: due righe nell’agosto 1997. La grafia era quella che conoscevo. Lo spirito pure.

Ripercorrendo i cammini dell’infanzia, il protagonista ritrova anche Bruno, animato da un progetto che accarezza da anni.

Le tre baite sembravano tornate a un’altra età della vita. Una casa, una stalla e una cantina con i muri e i tetti in pietra, ricostruite a regola d’arte, benché contenessero i locali di un’azienda moderna. Bruno entrò nella cantina e tornò con una bottiglia di bianco, e io mi ricordai dello stesso gesto che suo zio aveva fatto tanti anni prima.

Le esperienze di entrambi gli amici in questa fase dell’esistenza consegnano al lettore la durezza della montagna come scelta di vita ma anche la sua profonda bellezza, minacciata dai pericoli di una civiltà che devasta e distrugge.

Con Le otto montagne, Paolo Cognetti ha vinto il Premio Strega nel 2017.

Ludovica Valentini

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