Torino come Wall Street? Al mercato dei contadini di Porta Palazzo, i prezzi possono cambiare proprio come le quotazioni in Borsa. Ce lo racconta lo scrittore Giuseppe Culicchia.
Nel saggio Torino è casa mia, pubblicato da Laterza nel 2005, Giuseppe Culicchia (Torino 1965) presenta la città come un’abitazione dotata di vani, stanze, terrazze, ringhiere e corridoi; ad ogni luogo urbano lo scrittore fa infatti corrispondere un preciso spazio domestico. Nel brano che segue troviamo la cucina, ovverosia il mercato di frutta e verdura di Porta Palazzo.
Il mercato dei contadini, a Porta Palazzo, è composto da quattro file di banchi di frutta e se ne sta sotto il padiglione che a me ricorda le vecchie Halles parigine fotografate da Atget. E, trattandosi di un mercato, funziona proprio come Wall Street. Nel senso che le quotazioni di melanzane e zucchini scendono col calare della domanda ovvero col passare delle ore, e di modo che se uno va a fare la spesa intorno alla chiusura e cioè all’una del pomeriggio, quando la richiesta di melanzane e zucchini è sensibilmente calata rispetto alle ore precedenti, spunta prezzi molto più abbordabili. Dimenticavo: il mercato dei contadini a Porta Palazzo si chiama così perché contiene alcuni autentici contadini, provvisti di mani e di facce da contadini, segnate dal lavoro e dal sole. Volendo, ci si possono portare i figli in età scolare, così da fargli vedere che la frutta e la verdura non crescono spontaneamente sui banchi dei centri commerciali, e che i contadini esistono ancora pure da noi, e non solo in Laos e Cambogia dove si è stati in vacanza l’anno scorso tredici giorni undici notti tutto compreso. I prezzi del mercato dei contadini di Porta Palazzo restano tra i più competitivi in assoluto in città. Tuttavia, anche qui niente è più come prima dell’euro.
Tratto da Torino è casa mia, di Giuseppe Culicchia (Laterza, 2005).