Nel centenario della sua nascita, ricordiamo il grande scrittore con una delle sue bellissime favole: Il palazzo di gelato
Una volta, a Bologna, fecero un palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore, e i bambini venivano di lontano a dargli una leccatina.
Il tetto era di panna montanta, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato.
Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato, il più buono.
Una guardia del Comune, a un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa.
“Presto”, gridò la guardia, “più presto ancora!”
E giù tutti a leccare più presto, per non lasciar andare perduta una sola goccia di quel capolavoro.
“Una poltrona!” implorava una vecchiettina, che non riusciva a farsi largo tra la folla, “una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se è possibile”.
Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.
Fu un gran giorno, quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia.
Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: “Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna”.
Tratto da Favole al telefono (prima edizione Einaudi 1962 )
PS: Le lettrici e i lettori del Club di Lettura “Se Una Notte..” sono tutti nella Piazza Maggiore di Bologna a mangiarsi il gel… pardon, a godersi la favola. Vi aspettiamo!
Gianni Rodari non può mancare nella nostra vita né in quella di chi per la prima volta si avvicina alla lingua e cultura italiana -com’è il caso di molti miei studenti. Le sue storie ci parlano di un mondo in cui tutti vorremmo vivere, un mondo che la sua fantasia convoca con grazia davanti alla nostra porta.
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