Progetta un sito come questo con WordPress.com
Crea il tuo sito

L’adolescenza, il mare, la libertà nelle pagine di Mariolina Venezia

Nel romanzo Mille anni che sto qui, Mariolina Venezia narra le vicissitudini della famiglia Falcone e la storia del Meridione italiano. Qui l’adolescenza di Alba, toccata dal fascino del mare.

Siamo a Monopoli, in Puglia. L’adolescenza di Alba, ennesima discendente della famiglia Falcone, trascorre tra le mura dell’Istituto del Sacro Cuore, un collegio di religiose lontano dalla Basilicata natale. Il desiderio di libertà sperimentato dalle educande viene qui rappresentato dal mare: la sua visione e i suoi odori sono un richiamo che sembra farsi ancora più forte all’interno della scuola. Chi ha letto il romanzo sa che il mondo “oltre”, avvertito come una tentazione per tutte, finisce per vincere su una di loro: Gioia, l’amica preferita di Alba, soccombe infatti alla seduzione dei sensi e, innamoratasi di un giovane, fugge da collegio. Qui però vediamo il passaggio in cui l’adolescenza di Alba e delle altre educande viene messa a confronto con il potere sensuale della Natura, in una riuscitissima descrizione in cui la fascinazione del Sud rifulge nella flora lussureggiante, negli aromi, negli spazi, nei colori.

Oltre il muro di cinta del collegio fiorivano le bouganvillee e le belle di notte. Le prime note del loro profumo struggente iniziavano a diffondersi al tramonto. Un’inquietudine sconosciuta coglieva allora le collegiali, e non si placava nemmeno più tardi, quando l’aria della notte avvolgeva i corpi in una dolcezza peccaminosa, contro la quale le suore non potevano nulla. Lontano, non si sa dove, succedevano cose torbide e sublimi, tenere e crudeli epifanie ormonali. Più lontano ancora c’era il mare. Alba lo intravedeva una volta alla settimana, durante la passeggiata domenicale. Le sue scaglie traslucide spuntavano nella prospettiva di una strada, e l’aria vicino all’orizzonte si faceva più chiara. Ma la presenza del mare si avvertiva anche nel chiuso delle mura. Era una brezza salmastra, dall’odore corroborante, che lasciava l’aria carica di tutti i colori dell’arcobaleno. Restavano sospesi, tremolavano, poi si dissolvevano come bolle di sapone. Qualche volta, portato dal vento, arrivava il grido di un pescivendolo, il miagolio di un gatto, gli echi di un litigio o lo schiamazzo dei bambini. Più spesso erano i mesti canti delle monache che accompagnavano le ore della giornata. Ma la gioventù fioriva dovunque poteva, come le esuberanti erbe selvatiche che suor Giovanna la giardiniera si affannava inutilmente a strappare dal cortile.

Questa pagina coglie appieno la simbiosi tra i corpi desiderosi di scoperta e di vita, e la Natura nel suo rigoglioso rinnovarsi. Mille anni che sto qui è stato pubblicato da Einaudi nel 2006. Il romanzo ha vinto il Premio Campiello nel 2007.

Ludovica Valentini

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: