Un cattolicesimo tragico, narrato attraverso la fragilità e la violenza dei corpi, affiora nelle pagine di Emmaus, romanzo di Alessandro Baricco.
…il freddo induce a nascondere i corpi e la fatica li sfigura: così il nostro quotidiano sforzo di censurare il corpo è esaltato…
Nel romanzo Emmaus, di Alessandro Baricco, si narra la storia di quattro giovani prossimi ai diciotto anni nell’ambiente altoborghese di una città che conta, forse Torino. I giovani, appassionati di musica, frequentano la parrocchia del quartiere e, al pari delle loro famiglie, sono attivi in opere di carità. Sembrerebbe l’immagine di vite serene, predisposte a quell’operosità sana che precede il successo di chi proviene dalle classi agiate. Ma qualcosa deturpa le loro esistenze, che finiscono per andare allo sbando. Al lettore il racconto si offre “dall’interno”, cioè attraverso la testimonianza di uno dei quattro: un narratore senza nome che cerca di comprendere cio che è successo in una ricostruzione frammentaria dei fatti.
Baricco cita il Nuovo Testamento: com’è noto, vi si parla di uno straniero apparso a due discepoli in cammino verso il villaggio di Emmaus. I due lo invitano a cenare, e grande è la loro sorpresa quando, al momento di benedire il pane, riconoscono nello straniero il Cristo da poco risorto.
Sul tema dell’ignoranza nella fede, Baricco costruisce il suo racconto: il cattolicesimo dei quattro amici e dell’ambiente che li circonda sembra consistere nella capacità di non vedere la vera complessità della vita; nelle parole del narratore, “un vivere senza sapere la verità“. Tutto succede in nome di una fede tramandata senza dubbi né oscillazioni, come parte di una consuetudine familiare. Consuete sono infatti le serate, i silenzi a tavola, le opere di bene, il fingere che tutto proceda normalmente in un mondo al riparo da problemi economici, che sembra trattare con condiscendente distacco le questioni sociali. Secondo Baricco, invece, il germe dell’incubo si troverebbe lì.
Ma il romanzo, forse ad insaputa del suo autore, rimanda anche ad altro. Esiste infatti un agire fisico oltre che psicologico, e profondo esercitato da una religione in cui l’idea di sofferenza si unitsce indissolubilmente a quella di amore: Dio che si fa corpo per espiare i nostri peccati, Dio rinnegato dalla voce umana, Dio che muore crocifisso, Dio che si incarna nella comunione sì da poter essere “consumato”. Il Cattolicesimo presenta questa doppia valenza: il corpo, posto al centro della fede, viene a un tempo rinnegato ed esaltato; l’amore divino trascende ma trafigge; per vivere eternamente occorre prima morire.
Il racconto dei quattro ragazzi è il racconto di uno sbandamento che investe per l’appunto il loro corpo, tanto nella dolcezza della scoperta quanto nell’efferatezza delle azioni che ne conseguono. Quanto più apparentemente fiduciosa e salda è la rinuncia a cui si è votati, tanto più violenta diviene la trasgressione: per i quattro – Bobby, Luca, Il Santo, lo stesso narratore – e per Andre, la bellissima e seducente compagna liceale, questo cammino insperato conduce all’esplorazione incontrollata della sessualità, alla droga con i suoi effetti devastanti e alla violenza sugli altri, in una spirale che giunge all’omicidio e, in un caso, al sacrificio definitivo di sé.
Come nel titolo, anche nella scelta dei personaggi – gli amici non a caso sono quattro come gli evangelisti – si intravede l’evocazione delle Scritture; si ricorderà che la cena in Emmaus è un episodio del Vangelo di Luca, così come la bellissima e illegittima Andre, promiscua, potrebbe alludere vagamente a Maddalena la prostituta.
Per volontà del suo autore, il romanzo Emmaus, uscito da Feltrinelli nel 2009, è stato successivamente incluso in una raccolta intitolata I corpi (2018). Per Baricco si trattava di far dialogare tra loro quelle opere giacché, secondo quanto dichiarato in un’intervista, “a decidere [sono] i corpi, sempre”. Qui ci premeva sottolineare l’aspetto feroce, ancorché sacro, del rito: non solo nell’immaginario, ma anche nella pratica, nella difesa e nella diffusione della sua dottrina, la violenza sul corpo ha costituito una parte innegabile e dolorosa della storia della Chiesa, pur in una religione straordinaria nata per fare dell’amore il suo messaggio.
Ludovica Valentini
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