Il 25 gennaio 1817, La Cenerentola di Gioachino Rossini veniva messa in scena per la prima volta a Roma. Dalla favola di Perrault alla prima di Rossini a Roma, ecco la straordinaria genesi dell’opera.
E’ il 1817. Reduce dai successi al Teatro San Carlo di Napoli, Rossini arriva a Roma. Qui però scopre che le autorità ecclesiastiche hanno censurato il libretto della sua prossima opera, proposto dall’impresario Piero Cartoni. Costretto a trovare un altro testo, si rivolge allora a Jacopo Ferretti. E’ lo stesso Ferretti a lasciare un resoconto della memorabile notte romana in cui, insieme al geniale compositore pesarese, si giunge alla scelta del soggetto. Nel suo libro Gioachino Rossini. Una vita, Gaia Servadio riporta le pagine auografe di Ferretti:
Una notte, poco prima di Natale, intirizziti dal freddo, tre uomini – Cartoni, Rossini e lo stesso poeta – sedevano e bevevano tè, sgomenti di trovarsi senza libretto per un’opera che avrebbe dovuto andare in scena il mese successivo. Cominciarono a pensare a “venti o trenta soggetti da melodramma […], stanco e mezzo cascante dal sonno, sillabai in mezzo a uno sbadiglio: Cendrillon”, ricorda Ferretti. “Rossini, che per esser meglio concentrato si era posto in letto, rizzandosi su come il Farinata dell’Alighieri: ‘Avresti tu core di scrivermi Cendrillon?’ mi disse; e io a lui di rimando: ‘E tu di metterla in musica?’. Ed egli: ‘Quando il programma?’. Ed io: ‘A dispetto del sonno domani mattina’, e Rossini: ‘Buona notte’. Si avvolse nella coltre, protese le membra e cadde in un bellissimo sonno, simile al sonno degli dèi d’Omero; ed io presi un’altra tazza di thè, combinai il prezzo, scrollai la mano al Cartoni e corsi a casa”.
Prendendo spunto da libretti già esistenti, scritti sulla base dell’opera di Charles Perrault, Ferretti crea quindi il suo personaggio principale, Angelina. Presentata il 25 gennaio 1817, La Cenerentola viene accolta da applausi scroscianti. Alla prima seguono ben venti rappresentazioni consecutive a Roma, e l’opera viene poi replicata con successo in tutta Europa. Sarebbe diventata la più popolare opera buffa di Rossini, ancor più celebre che Il barbiere.
Ludovica Valentini
E’ una favola anche il modo in qui rinacque il racconto di Perrault per presentarlo, musicato, sulla scena: i favolosi destini della letteratura! 🙂
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