Il mondo allegramente caotico e profondamente saggio dei bambini addita il cammino a noi e al protagonista di Caos calmo, romanzo di Sandro Veronesi.
Il caos. Però un caos gioioso, privo di drammaticità, perché i bambini, anche se non sono ancora usciti, hanno già cominciato a spargere qua fuori la sostanza che permette loro di sopravvivere fra gli adulti, quella specie di antistaminico naturale che rilassa un po’ i genitori e li fa regredire, e li rende non solo compatibili ma talvolta addirittura complici del caos del quale loro, i bambini, si sentono parte.
Milano. Pietro Paladini, padre e prossimo a sposarsi, perde improvvisamente la compagna mentre compie un salvataggio in mare. Passate due settimane dal lutto, si ritrova a passare le giornate seduto in macchina davanti alla scuola di sua figlia Claudia, in attesa che questa finisca le lezioni; il suo punto di osservazione diviene a poco a poco il luogo dove altri personaggi vengono a sfogare le loro sofferenze, mentre la crisi dell’azienda per la quale Paladini lavora investe ciascuno in modo diverso. Sandro Veronesi costruisce un magnifico romanzo nel quale il mondo degli adulti viene avvicinato a quello dei bambini – rappresentati dall’edificio della scuola dove Claudia passa le giornate – per ricevere da questo le vere, semplici e profonde indicazioni che portano Pietro a crescere, nella consapevolezza della perdita. Nelle sue avventure erotiche, nelle antipatie, nei giudizi e nei cedimenti, il protagonista rappresenta l’individuo contemporaneo spesso troppo docile di fronte a un sistema che stritola la nostra umanità: le invidie, i rancori, perfino la sessualità appaiono come fughe di fronte a ciò che è vero e reale: il “caos gioioso” costituito da modo di essere dei bambini. Ma Pietro, come molti di noi, non è stato completamente divorato dal sistema: nella sua storia lo vediamo operare delle scelte etiche e comprendere appieno la lezione offertagli dal mondo di Claudia.
È esattamente questo, adesso lo capisco, ciò che succede verso quest’ora fuori dalle scuole elementari di tutto l’Occidente: i genitori mollano per un breve lasso di tempo la civiltà alla quale sono inchiodati tutto il giorno e si comportano come i figli, caoticamente, rischiando di farsi investire, di perdere il cane, di rigare la macchina nel tentativo di infilarla in un buco troppo piccolo, e il vigile urbano che dovrebbe richiamarli all’ordine non puo farci nulla. Poi, però, basta l’effettiva uscita dei figli, così inarrivabilmente intrisi di quel caos – coi colletti strappati, le scarpe slacciate, i pantaloni sporchi di pipì, le sbucciature alle ginocchia, il flauto dimenticato nell’aula di musica, gli spintoni e le grida – per spaventarli e risospingerli verso l’ordine dal quale provengono, che sarà pienamente ristabilito una volta arrivati a casa, con l’agenda di famiglia che detta i tempi delle cose da fare fino all’ora di cena, senza discussioni.
Nel libro vi è un richiamo ad ascoltare e a partecipare di quel mondo, a passare tempo vero con i nostri figli, a capirli e a farci capire di più. Caos calmo, edito da Bompiani nel 2005, ha vinto il Premio Strega nel 2006.
Ludovica Valentini
I bambini vivono nel presente e godono dell’immediatezza di ogni cosa ed ogni esperienza. Questa è la vera forma di vivere.
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