Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia

Il diritto delle donne allo studio: Laura Cereta (2)

Continua l’appassionante epistola XVIII, in cui l’umanista Laura Cereta (1469 – 1499), ribaltando le posizioni di Boccaccio, rivendica l’esistenza di un lignaggio femminile lungimirante e colto

Tra le opere di Giovanni Boccaccio (1313-1375) occupa un luogo centrale il De mulieribus Claris, comprendente le biografie di donne tratte dalla mitologia e dalla storia. Su alcune di esse Boccaccio esprime giudizi moralmente negativi.

Cereta li ignora. Ciò che le preme è dimostrare l’esistenza, in molte delle figure femminili che Boccaccio ha citato, di una capacità divinatoria unita all’istruzione. La scrittrice rivaluta mulieres che l’autore certaldese, sempre a causa del precetto di virtù applicato alla condotta femminile, ha condannato. L’umanista bresciana conferisce loro dignità, considerandole rappresentanti di una lunga tradizione di donne istruite: i loro nomi sono Saba, Nicostrata, Isis, Zenobia, Manto, Pallade, Saffo, Semiramide e molti altri. Di tale solida genealogia Cereta si considera parte.

Rifiutando il carattere di eccezionalità di ogni attributo intellettuale quando esso viene riferito alla donna, l’autrice propugna una visione collettiva, nella quale la capacità cognitiva è patrimonio di tutti e di tutte. Di qui, la necessità di coltivare questo dono mediante lo studio.

Cereta assegna a se stessa un ruolo subalterno rispetto alla tradizione di donne illustri da cui procede, e non esita a paragonarsi a un piccolissimo topo. Ma nella parte finale della missiva si definisce senza veli una studiosa, il cui compito è quello di continuare a proteggere la repubblica delle donne, in evidente parallelismo alla cité des dames ideata da un’altra intellettuale, Christine de Pizan (1365-1431).

Molto cammino è stato fatto perché la cultura sia accessibile alle donne e ancora ne resta da fare. Dal passato per fortuna ci arriva la voce di roditori esemplari, topi di biblioteca eclettici e umanisti.

Ludovica Valentini

Leggi anche:

Il diritto delle donne allo studio lo stabilisce nel ‘400 un’umanista: Laura Cereta

2 risposte a "Il diritto delle donne allo studio: Laura Cereta (2)"

Add yours

  1. Colpisce il fatto che un mente brillante non potesse, di norma, appartenere a una donna. Laura Cereta invece smonta il pregiudizio e restituisce a tutti, donne e uomini, la facoltà di apprendere. Facciamo tesoro di queste parole e adoperiamoci perche l’istruzione sia accessibile, pubblica e di qualità.

    Piace a 1 persona

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: