Il 20 luglio 1969 l’astronauta Neil Armstrong compiva il primo allunaggio umano. Tra i predecessori illustri, lo scrittore Emilio Salgari che, nel 1904, aveva pubblicato il racconto Alla conquista della luna.
– Oh, signori! Che cosa fate qui? -. I due stranieri erano occupati ad aprire delle casse, dalle quali traevano degli specchi colossali che deponevano al suolo, uno sull’altro, con infinite precauzioni. Entrambi erano attempati, quasi calvi e portavano occhiali. Avevano più l’aspetto di scienziati o di professori che di gente di mare.
20 luglio 1969, appena 50 anni fa, Neil Armstrong atterrava sulla luna. La letteratura, luogo per eccellenza dell’immaginazione, può vantare tra gli altri anche il privilegio di precedere le scoperte scientifiche. Nel 1904, lo scrittore di avventure Emilio Salgari (1862-1911) pubblicava il breve racconto Alla conquista della luna: nell’arcipleago delle Canarie, sull’isola di Allegra (Alegranza secondo la cartografia spagnola), sbarcano un giorno due stravaganti scienziati brasiliani i quali, tra la curiosità e lo stupore degli isolani, si dispongono all‘obiettivo di allunare:
Avevano già fabbricato una macchina strana, che rassomigliava ad una cupola, con la parte superiore formata da lastre solidamente incastrate in telai che parevano d’alluminio, e la inferiore coperta di specchi immensi e di una serie di doppie eliche, che si vedevano funzionare senza posa, anche dopo il tramonto dell’astro diurno.
se gli impavidi uomini di scienza riusciranno nell’impresa qui non verrà svelato. Si può dire però che una parte del racconto continua in India, paese amato da Salgari, il quale vi ambientò vari dei suoi romanzi. Tornando alla Luna, ascoltiamo le parole che i due scienziati rivolgono all’alcade, il primo cittadino di Allegra, che cerca di capire la funzione dei pannelli solari usati dagli stravaganti brasiliani. Dicono i due sapienti:
– Essi danno a noi la forza necessaria per far funzionare gli apparecchi che si trovano sotto la cupola di cristallo, i quali dovranno mettere in moto tutte le ali ad elica, destinate a trasportarci in alto. Noi vogliamo tentare, con l’aiuto di quella novella forza, d’innalzarci a tale altezza non mai neppur sognata, fino ad uscire dall’orbita della terra e cadere sulla luna o su qualche altro astro, ciò che io ed il mio amico, dopo lunghi studi, crediamo possibile. Non sappiamo se il nostro tentativo, che può sembrarvi una pazzia, possa avere un esito felice o se finirà in un’orrenda catastrofe. Comunque sia, noi lasceremo alla scienza la nostra invenzione.
Con molto anticipo sulla NASA, insomma, ci pensò la fantasia di uno scrittore a mandare in orbita l’umanità. La cosa curiosa è che Salgari, ad eccezione di un viaggio in Adriatico, non solcò nessuna rotta avventurosa né visitò mai i luoghi favolosi di cui scrisse. Eppure non fu il solo a sognare la luna, altre figure letterarie raggiunsero il satellite prima che vi atterrasse Neil Armstrong nel 1969. Ricordiamone alcune: Jules Verne (1828-1905) con il romanzo De la terre à la lune (1865), Christopher Marlowe (1564-1593) il cui Doctor Faustus, dotato di poteri magici, vola sul cerchio lunare, e ancor prima Dante (1265-1321), che nella Comedìa (solo più tardi chiamata Divina Commedia) ascende lui stesso al Cielo della Luna, descritta come una nube “lucida, spessa, solida e pulita”. Impossibile infine dimenticare Ludovico Ariosto (1474-1533): nel suo Orlando furioso, Astolfo deve recarsi proprio sulla luna per recuperare il senno perduto di Orlando.
Il 2019 è cominciato con un nuovo allunaggio da parte della sonda cinese ChangE-4. Secondo quanto hanno scritto i mezzi di informazione, in un futuro non troppo lontano la luna sarà un luogo di transito per le rotte interstellari, soprattutto quelle verso Marte, nuova mèta delle esplorazioni scientifiche. Sarà sufficiente questo ennesimo passo del progresso a garantirci la salvezza dalle catastrofi ambientali che abbiamo causato e dalla nostra stessa violenza?
Ludovica Valentini

La cosa straordinaria è l’utilizzo degli specchi solari, fantasiosi precursori dei nostri “solar panels”. Sulla nozione di conquista, invece, le domande sono molte, fondamentalmente etiche: colonizziamo il mondo per esportare cosa?
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Per esportare l’immagine di noi stessi divenuta cosí ripugnante dal desiderare che tutti ci assomiglino….solo questo potrebbe esonerarci dal confronto umiliante con modelli di migliore umanitá.
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Modelli di migliore umanità potrebbero provenire, magari, anche da creature non umane… 🙂 Moltissime grazie del tuo commento e baci.
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