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La Ferrara di Giorgio Bassani (1916-2000)

Dal 31 maggio al 2 giugno 2019 un nuovo viaggio del Club “Se Una Notte..”

O città bene avventurosa… (Ludovico Ariosto, Orlando Furioso)

Emuli contemporanei dei celebri viaggiatori – scrittrici e scrittori, artisti, studenti, donne coraggiose, curiosi di ogni tipo che popolarono le rotte del Grand Tour – anche noi ci avventuriamo verso un angolo d’Italia, decisi, se non a conoscerlo pienamente nel corso di un breve fine settimana, perlomeno ad assaporne l’aroma e a portarne con noi il ricordo. Questa volta la destinazione è Ferrara, città dell’Emilia Romagna che nel 1995 è stata iscritta come parte del patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Già corte rinascimentale degli Estensi, vi furono attivi il genio di Matteo Maria Boiardo (1441-1994), di Ludovico Ariosto (1474-1533) e di Torquato Tasso (1544-1595). Noi la vedremo soprattutto nella sua veste di patria d’adozione di Giorgio Bassani (1916-2000): le sue pagine rivelano senza ipocrisie la complessità della questione antiebraica in Italia ed in particolare le sue vicende nel ventennio fascista, non mancando di sottolinearne le conseguenze tragiche.

Il nostro itinerario cittadino prevede che ci avventuriamo in luoghi puramente immaginari come il Barchetto del Duca, l’elegante residenza dei Finzi-Contini, o che passeggiamo lungo strade il cui nome è stato soppiantato da un altro, come Via Gorgadello, dove il dottor Fadigati, protagonista de Gli occhiali d’oro, teneva lo studio. Ma la nostra libertà di visitatori ci permetterà anche di sostare dinanzi ad edifici solidi al tatto e tuttora vigenti nell’appellativo. E con la stessa disinvoltura cammineremo per borghi medievali o simuleremo di essere giunti al cancello di una villa signorile, consapevoli che la letteratura è un esercizio di fantasia anche quando, come nel caso di Bassani, la posta in gioco non ha a che vedere con l’intrattenimento ma con la Storia.

La sua Ferrara evocata è una necropoli i cui personaggi furono in buona parte annientati dal volere perverso che dominò l’Europa e la condusse al disastro. In questo senso, la città letteraria ci ricorda la responsabilità delle nostre scelte. Nel descrivere la società ferrarese, l’autore esplora la complessità della natura umana con le sue zone grigie, i luoghi ibridi dove ci si nasconde e si finge di non vedere, le parti della coscienza attraverso cui si cerca un colpevole su cui far ricadere il nostro disagio, un Altro su cui proiettare le nostre paure.

Curiosamente, William Shakespeare (1564-1616) pensò proprio a Ferrara per la sua “commedia oscura” Measure for Measure (“Misura per Misura”), scritta all’insegna dell’ambiguità: a cominciare dal protagonista, quel “duca stravagante dagli angoli oscuri” che lascia temporaneamente il comando nella mani del suo braccio destro così da poter osservare e controllare dall’esterno lo spettacolo, da lui stesso allestito, di un esercizio del potere torbido e corrotto. Analisi testuali del manoscritto del 1623, l’unico rimasto, indicano che il contenuto fu rimaneggiato da un altro drammaturgo dell’Inghilterra elisabettiana, Thomas Middleton (1580-1627), il quale cambiò lo scenario dell’azione ambientandola a Vienna. Nella versione ideata da Shakespeare invece, la “dark comedy”, si sarebbe svolta a Ferrara, davanti ai nostri occhi. (continua)

Ludovica Valentini

… vidi una città rossa come una fornace, stretta intorno al Castello in un gomitolo di strade. (Carlo Castellaneta, Una città per due)

La Ferrara di Giorgio Bassani
La Ferrara di Giorgio Bassani

Ferrara – Foto di Rosa Sánchez e José Antonio Cubillo

Leggi anche:

La Ferrara di Giorgio Bassani (2): Sera a Castello

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Viaggio a Ferrara: i souvenirs del Club “Se Una Notte..”

8 risposte a "La Ferrara di Giorgio Bassani (1916-2000)"

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